“E’ il ‘giorno della coscienza’,
capace di ricreare un forte senso di colpa e di indurre a riaffermare a gran
voce il proposito di rimediare alle ingiustizie”
“Partecipiamo e condividiamo
insieme il valore della giornata di oggi, perché la memoria non è mai vuota
retorica. Piuttosto, è stato affidato al ricordo un ruolo necessario nel
processo di costruzione di un futuro nel quale non si ripeta più l’indicibile
iniquità della Shoah. E’ anche un
momento gioioso l’anniversario della liberazione dei reclusi sopravvissuti dal
campo di concentramento e sterminio di Auschwitz”. Lo ha affermato l’assessore
alla Formazione, Lavoro, Cultura e Sport della Regione Basilicata, Rosa
Mastrosimone, nel suo intervento a Bella al convegno “Antisemitismo, genocidio
e razzismo” dopo aver richiamato i toccanti contenuti “un inno alla vita”, di
una poesia di Primo Levi, “un uomo che ha vissuto e saputo raccontare la sua
esperienza nei campi di concentramento”, che “affronta tematiche importanti,
che vedono coinvolte nelle politiche regionali anche l’Assessorato che mi
pregio di rappresentare”.
“Il significato della Shoah
(letteralmente: la distruzione, la desolazione o la catastrofe del popolo
ebraico), - ha proseguito l’esponente del governo regionale - rinvia
indissolubilmente al senso del ricordo del presente ed alla ribellione al
disumano. Attraverso il ricordo, mettiamo in discussione ciò che sappiamo di
noi. La rievocazione del passato si rende necessaria, dal momento che la lotta
contro la follia razzista e antisemita non è vinta per sempre. E’ intollerabile
che esista ancora la discriminazione razziale, che non si è certo attenuata.
Ieri venivano ghettizzati gli ebrei, oggi vengono emarginati i clandestini, gli
stranieri, la gente di colore e le persone con handicap. Purtroppo il razzismo
continua ad essere una realtà della nostra società. Anche l’Italia è
attraversata da profondi e inquietanti segnali di odio razziale e xenofobico e
da episodi inaccettabili di violenza a danni delle donne, che rappresentano un
allarme sociale, che vengono raccontati quotidianamente dalla cronaca
giornalistica.
Assistiamo al tempo stesso
all’innesco di un pericolosissimo meccanismo, che identifica gli
extracomunitari come coloro che per natura sono dediti esclusivamente alla
commissione di atrocità di ogni genere. Questa recrudescenza non va
sottovalutata. Non possiamo permettere però, che la responsabilità personale
sia sostituita da una responsabilità razziale.
La vicenda della Shoah – ha
sottolineato Mastrosimone - è un fatto costitutivo della nostra identità. Non
dobbiamo dimenticare che sei milioni di ebrei sono stati sterminati solo per
odio razziale, non dobbiamo dimenticare che sei milioni di innocenti (bambini
compresi), sono stati privati della loro dignità, ancor prima di essere privati
della loro vita.
Tutte le iniziative promosse per
la “Giornata della Memoria”, insieme all’attenzione verso tali tematiche da
parte delle istituzioni mondiali, del mondo dei media e delle tantissime
associazioni che ricordano ai giovani le disastrose conseguenze di quanto
accaduto in quel periodo (anche con premi come l’Austrian Holocaust Memorial
Award), testimoniano l’esigenza di tenere alta l’attenzione verso ogni forma di
razzismo e muovono necessariamente a una riflessione personale sul valore da
dare alle sofferenze di ogni giorno, perché confrontarsi con le sofferenze degli
altri, del passato, anche di chi non si conosce di persona, non vuol dire
annullare il valore di se stessi, ma esaltarlo in un’umanità che coinvolge
tutto il proprio mondo, quello personale e quello che ci circonda. Vuol dire,
in ultima analisi dare un significato giusto e meditato di se stessi e degli
altri, amare il prossimo e rifiutare perciò ogni sentimento razzista e
xenofobo. Questa la nostra preghiera, il nostro proposito e il nostro
desiderio, perché nonostante le atrocità commesse e le odierne vicende, valori
quali l’amore e l’umiltà ardono forte nel cuore di tanta gente”.