mercoledì 27 giugno 2012

Produzioni di qualità, Mastrosimone: patrimonio per sistema locale


L’assessore all’Agricoltura in merito al seminario dell’Inea ha affermato che è necessario “in una strategia articolata di politica agricola regionale, una rivisitazione dei meccanismi di supporto alla valorizzazione e alla promozione, nella logica della creazione di una rete di sviluppo integrato” 

“L’agricoltura lucana legata alle produzioni tipiche e di qualità ha fatto registrare negli ultimi anni una crescita. Con l’obiettivo di penetrare i mercati italiani ed esteri, gli operatori dell’agroalimentare lucano sono stati sostenuti da una precisa politica di valorizzazione e da continue azioni di marketing messe in atto dalla Regione e dagli enti pubblici e privati ad essa collegati, in quanto i prodotti tipici e tradizionali rappresentano una ricchezza storica e culturale, con un’identità specifica, che trae origine dalla caratterizzazione del sistema locale in termini di ambiente, tradizioni, conoscenze e competenze”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Rosa Mastrosimone in merito al seminario di studio “La qualità in Basilicata: storia, identità, tradizioni e sviluppo” organizzato dall’Inea regionale e da Rete rurale nazionale, alla quale hanno preso parte oltre ai ricercatori dell’Inea, funzionari del Dipartimento Agricoltura, tecnici agricoli e operatori del settore.
“La riscoperta di queste produzioni, accompagnata da politiche comunitarie, nazionali e regionali, ha consentito ai territori e alla collettività di riappropriarsi della propria identità culturale, di consolidare e, in alcuni casi, di creare un nuovo segmento di mercato che richiede prodotti tipici e di qualità. Nonostante la superficie agricola investita a prodotti certificati è quasi triplicata, il fatturato non ha avuto lo stesso riscontro. Tra le cause, un’eccessiva frammentazione dell’offerta. Un ruolo centrale per lo sviluppo aziendale, produttivo e dei territori è rappresentato dai Consorzi di tutela e di valorizzazione, per i quali la Regione negli anni ha impostato politiche tese alla loro istituzione e al loro rafforzamento. Tra le azioni messe in campo dal Dipartimento Agricoltura per lo sviluppo del comparto agroalimentare, quella di mettere in rilievo l’origine dei prodotti di tutti i comparti e le specificità legate alla vocazionalità dell’area. Inoltre, tra le azioni strategiche i Pif, che vedono protagonisti filiere produttive trainanti del settore primario lucano: ortofrutticola, cerealicola, zootecnica da carne e da latte, vitivinicola e olivicola. Uno dei punti più problematici della nostra agricoltura è rappresentato dalla relazione del sistema agricolo con la grande distribuzione organizzata.
Far conoscere all’estero le nostre produzioni di qualità, favorire i contatti tra gli operatori del settore primario e quelli della distribuzione, rendere le imprese agricole più competitive, costruire un sistema agroalimentare che colleghi l’enogastronomia, l’attività turistica e le emergenze paesaggistiche e culturali, siamo convinti che raggiungere questi obiettivi possa essere rilevante per determinare la costruzione di una filiera agroalimentare completa. Non può mancare, dunque, in una strategia articolata di politica agricola regionale, una rivisitazione dei meccanismi di supporto alla valorizzazione e alla promozione, nella logica della creazione di una rete sia di operatori sia di enti/agenzie, capace di garantire in modo integrato servizi e sostegno alle aziende agricole e nuovi e interessanti mercati ai prodotti”.

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