martedì 19 giugno 2012

Agroalimentare, Mastrosimone: nuova centralità per l'economia

Intervenendo all’assemblea della Coldiretti Basilicata l’Assessore ha affermato che “è importante che produttori e consumatori diventino protagonisti per un modello di sviluppo territoriale equo non più condizionato dai profitti dei grandi gruppi”

“Ripartiamo dall’agro-alimentare affinché il sistema assuma nelle economie post-industriali una nuova e decisiva centralità con una strategia sinergica tra tutti gli attori coinvolti e con una nuova progettualità. L’agroalimentare, non è più solo produzione di alimenti, ma settore capace di determinare condizioni che incidono sulla qualità della vita e sulla serenità delle persone. La produzione, la trasformazione, la conservazione e la distribuzione di alimenti sani e genuini, prodotti con tecniche e metodologie improntate alla sostenibilità, si collegano strettamente alla tutela dell’ambiente e diventano fattore di equilibrio progressivo tra gli abitanti e il territorio”. Lo ha detto questa mattina l’assessore regionale all’Agricoltura, Rosa Mastrosimone, intervenendo a Matera all’assemblea della Coldiretti Basilicata dal titolo “Sud: Ripartiamo dall’agroalimentare”. Per Mastrosimone “è importante far leva sulle peculiarità delle produzioni agricole lucane, esaltando i tratti della tipicità, della tracciabilità, della genuinità e del legame inscindibile territorio-storia-cultura. L’agroalimentare, nell’ambito della programmazione economica regionale, deve essere al centro di un più ampio disegno di pianificazione territoriale che riguardano le aree rurali e i sistemi locali: dal recupero delle aree urbane, alla rivitalizzazione di quelle interne e di montagna, alle politiche ambientali ed energetiche, alla conservazione della biodiversità”. Soffermandosi sulle difficoltà del mondo agricolo, sempre più condizionato dai processi industriali che impongono i prezzi, l’esponente della Giunta regionale ha affermato “che è importante che produttori e consumatori diventino protagonisti di un più equo modello di sviluppo territoriale. Il forte rapporto di complementarietà che lega agricoltori, consumatori, trasformatori e moderna distribuzione, deve tradursi in un patto sociale forte, finalizzato a un modello di agricoltura multifunzionale, coerente con gli interessi della collettività, e non più prevalentemente regolato in funzione delle logiche di profitto dei grandi gruppi. E’ l’unica alternativa a un modello di sviluppo uniformante di cui è portatrice l’attuale globalizzazione”.

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