lunedì 12 dicembre 2011

Mastrosimone a convegno su sport e lavoro per giovani a rischio

“Il complesso scenario che il dibattito ha ricostruito richiede alle istituzioni un maggiore coinvolgimento nella prevenzione della devianza e del disagio sociale, per riuscire a congiungere, in maniera strutturata, la dimensione educativa, orientativa e lavorativa”.
“Nell’odierno mercato del lavoro, caratterizzato da una preponderante flessibilità, il tema proposto, che rientra nel Welfare, necessita sempre più di essere approfondito e richiede progetti e azioni che possono essere concertati con la Sanità”. Lo ha dichiarato l’assessore alla Formazione, Lavoro, Cultura e Sport della Regione Basilicata, Rosa Mastrosimone, intervenendo nella sala consiliare del Comune a Marconia al convegno “Sport e lavoro per i giovani a rischio”.
“Oggi le pubbliche amministrazioni sono obbligate a dotarsi d’innovativi strumenti di ricerca, capaci di fronteggiare i nuovi scenari, per un sostegno concreto al primo inserimento lavorativo o per il reinserimento di soggetti a rischio d’esclusione sociale, in particolare, disoccupati o inoccupati a bassa scolarità, usciti dal sistema d’istruzione, o che rischiano di uscirne senza aver conseguito un diploma o una qualifica professionale. Rientrano nella categoria anche i tossicodipendenti e tutti i giovani che vivono un disagio sociale.
Il complesso scenario che il dibattito ha ricostruito, - ha proseguito Mastrosimone - richiede alle istituzioni un maggiore coinvolgimento nella prevenzione della devianza e del disagio sociale, per riuscire a congiungere, in maniera strutturata, la dimensione educativa, orientativa e lavorativa.
Si rendono necessarie azioni in grado di accompagnare i giovani in un percorso di avviamento al lavoro, dalla focalizzazione dei propri interessi, allo sviluppo delle competenze professionali e capaci di motivarli e coinvolgerli.
“Un utile strumento in grado di supportare le decisioni in materia di politiche attive del lavoro, è rappresentato dall’Osservatorio regionale del mercato del lavoro, per la rilevazione, l’elaborazione e l’analisi dei dati e delle informazioni di natura socio economica del territorio. L’Osservatorio consente di accedere anche a una serie di informazioni per conoscere meglio e costantemente gli andamenti del mercato del lavoro in regione. Anche la promozione e la diffusione della pratica sportiva, costituisce un’ottima strategia di inclusione sociale.
E’ come se il gesto sportivo offrisse ai giovani la possibilità di comunicare con il mondo e di realizzarsi, in una lingua “diversa”.
Lo sport è considerato, non a torto, una delle ruote più rilevanti per lo sviluppo della vita, e svolge un ruolo importante nella formazione, nello sviluppo e nell’educazione.
Un ulteriore aspetto su cui vale la pena soffermarsi è l’opportunità offerta dallo sport di vivere un’intensa esperienza di gruppo, perché sentirsi parte di un contesto sociale è uno dei bisogni primari di ciascun individuo”.
Il dipartimento Formazione, Lavoro, Cultura e Sport si occupa anche di concedere contributi per le iniziative di ordine sportivo, di diffondere e valorizzare l’attività sportiva, e di premiare, attraverso la concessione di borse di studio, i talenti della nostra terra. Coofinanziamo con la Provincia anche alcuni interessanti progetti proposti dalle scuole, dai comuni e dalle società sportive. La Regione, inoltre, concede “buoni sport” proprio per favorire la partecipazione alle attività motorie, da parte delle fasce più deboli: giovani, anziani e diversamente abili.
Vorrei sottolineare che si è creata, non a caso, una Commissione Internazionale sull’Educazione per il Ventunesimo Secolo, perché l’educazione oggi ha un ruolo decisivo anche per promuovere la coesione sociale.
Gli stessi sistemi scolastici non dovrebbero condurre all’esclusione, così come il rispetto per la diversità è un principio fondamentale, che dovrebbe impedire ogni tipo d’insegnamento standardizzato. Purtroppo, il prolungamento della scuola dell’obbligo, ha spesso e paradossalmente aggravato la situazione dei giovani socialmente più svantaggiati o di coloro che dalla scuola non hanno ottenuto i risultati sperati. I giovani privi di titoli formali hanno uno svantaggio che è quasi impossibile superare al momento della ricerca del lavoro. Tutto questo genera l’esclusione, il fallimento scolastico o il disadattamento individuale.
Concludo il mio intervento rimarcando l’importanza dell’educazione, che sta diventando sempre più un’esperienza globale, che si svolge lungo il corso della vita di ciascun individuo. E’ doveroso ricordare ai ragazzi che l’istruzione secondaria, definita da Jacques Delors “crocevia della vita”, è difatti un punto cruciale, proprio perché in questo importante stadio i giovani decidono il loro futuro”.

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